martedì 4 ottobre 2016

Uno sguardo alla spesa pubblica

Nella mia precedente 'lettera'... abbiamo dato uno sguardo alla situazione italiana, attraverso una serie di grafici. Li tratteremo in maniera più approfondita in futuro.
Ma ora dobbiamo tornare allo stato. Cosa c'entra lo stato in tutto questo?
In molti modi; ma consideriamo prima di tutto quello più semplice e diretto: la 'ridistribuzione' attraverso la spesa pubblica.

Qual è il livello della spesa pubblica italiana? Ci troviamo nelle prime posizioni mondiali per spesa su Pil e, di conseguenza, per entrate.





Ma come si è arrivati a questo punto? E quali sono le componenti della spesa pubblica che più hanno contribuito a questo risultato? Ovvero, quali sono le maggiori ‘anomalie’ della spesa pubblica italiana?
Proviamo ad utilizzare i dati Oecd della spesa per funzioni (secondo la classificazione Cofog), confrontandoli con quella di altri paesi,






[Nei grafici seguenti, ogni barra rappresenta quanto ogni paese spende in più o in meno rispetto l’Italia ( in % su Pil)]. Di seguito, le diverse funzioni di spesa:

Servizi pubblici generali



Difesa



Ordine pubblico e sicurezza



Affari economici



Protezione dell’ambiente



Abitazioni e assetto del territorio



Sanità


Attività ricreative, culturali e di culto



Istruzione



Spesa sociale



Le funzioni più ‘sbilanciate’ (è facile riconoscerle dai grafici) sono quindi quelle della spesa sociale e dei servizi pubblici generali. Le altre spese sono da considerarsi più ‘normali’, rispetto al panorama internazionale; la spesa per istruzione, addirittura, sembra invece essere tra le più basse al mondo. Come molto bassa è la spesa per la cultura.
Certo, questo non vuol dire che le spese 'normali' siano comunque giuste; bisognerebbe valutarne qualità ed efficienza - e lo faremo - bisognerebbe capire quanto realmente servano, quanto realmente siano utili, o quanto siano piuttosto uno spreco di denaro, per chi paga, e un illecito regalo, per chi percepisce quei pagamenti.
Ma prima di tutto, guardiamo a queste anomalie, e cerchiamo di scomporle ulteriormente.
All'interno dei 'servizi pubblici generali', sono due le voci dominanti e squilibrate: la spesa per interessi (e questo nonostante i 'risparmi' ottenuti negli ultimi anni), e la spesa per gli organi legislativi, esecutivi, istituzionali.. in pratica, il ‘costo della politica’.




Riguardo alla spesa sociale, la voce dominante e fortemente anomala è quella relativa alle pensioni. qui siamo veramente campioni del mondo.



Al contrario, la rimanente spesa sociale è molto bassa.



Le ‘anomalie’ della Spesa Pubblica italiana quindi sono principalmente queste tre (nell'ordine): la spesa per pensioni, la spesa per interessi, il costo della politica.

Ma bisognerebbe anche capire come e perché queste anomalie si sono originate nel tempo.
Non è un gran segreto, ma vediamolo.
Consideriamo l'andamento della spesa pubblica (in % di Pil) rispetto al livello del 1980 (consideriamo questo anno semplicemente perché le serie di dati Istat sui conti completi della PA partono da qui, poi vedremo come estendere le nostre osservazioni più indietro nel tempo), e secondo diverse categorie economiche.



Le varie differenze per categorie economiche sono sovrapposte in modo da fornirci la variazione sul totale delle uscite, e per scomporre quindi quest'ultima nelle sue parti principali.
Come si può vedere, ci sono due componenti dominanti: nel primo periodo, fino alla fine degli anni '90, l'aumento della spesa pubblica è dominato dall'esplosione della spesa per interessi, cresciuta fino al + 8 punti percentuali rispetto al livello del 1980. Su tutto il periodo, poi, vi è stato il costante aumento della spesa per prestazioni sociali, che come visto (e come vedremo meglio) riguarda principalmente la spesa pensionistica.
Si noti che la variazione complessiva della spesa è stata di 7,5 pp. Quella delle entrate di 11,6 pp.
Ciò significa, e lo vedremo nel dettaglio in futuro, che negli anni passati, più precisamente prima del 1992, larga parte della spesa pubblica (primaria) era finanziata a deficit.

Per ora chiudiamo qui la nostra 'lettera', abbiamo già individuato i problemi principali della spesa pubblica italiana: la spesa pensionistica, il costo del debito, il costo della politica.





1 commento:

  1. I commenti di questo blog sono disattivati, volutamente. Non credo che questo strumento, attualmente, in rete, possa dare un contributo efficace ad una serie discussione.
    Se qualcuno volesse inviare qualche considerazione 'ragionata', può scrivere a paginedissidenti@libero.it. Sarà mio impegno rispondervi e pubblicare quelli che vorrete pubblicati.

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